Lacoste cambia logo
Quando un marchio con un’icona forte come Lacoste decide di cambiare il proprio simbolo, anche solo per un’operazione limitata, il gesto non può passare inosservato. In occasione degli US Open, lo storico coccodrillo del brand francese ha lasciato spazio a una capra – un chiaro riferimento all’acronimo “GOAT” (Greatest of All Time) – per celebrare Novak Djokovic, il tennista più titolato della storia.
Una leggenda che trascende i numeri
Novak Djokovic, ambassador Lacoste dal 2017, non è soltanto un campione. Con 24 titoli del Grande Slam, oltre 100 titoli ATP e una longevità sportiva senza precedenti, il serbo è diventato un’icona capace di ridefinire il concetto stesso di competitività. La scelta della capra come nuovo logo non è casuale: più che un animale, diventa un simbolo, un riconoscimento universale che parla immediatamente al pubblico sportivo e non solo.
Dall’heritage all’innovazione: un cambio di pelle strategico
Il coccodrillo, emblema creato dal fondatore René Lacoste quasi un secolo fa, è uno dei loghi più riconoscibili al mondo. Sostituirlo – anche solo per una capsule collection – è un atto di coraggio che dimostra la capacità del brand di reinventare i propri codici senza snaturarsi.
Come ha dichiarato Thierry Guibert, CEO di Lacoste: “La tenacia e i valori di Djokovic hanno contribuito a elevare e amplificare il marchio. Trasformare il coccodrillo in un GOAT è stata una scelta naturale per celebrarlo”.
La capsule “From the Crocodile to the Goat” include polo, tute, giacche e cappellini, tutti caratterizzati da un design minimalista e dall’inedito logo verde capra. Un linguaggio visivo coerente con l’eleganza del marchio, ma al tempo stesso dirompente sul piano simbolico.
Storytelling sportivo al servizio del brand
Questa operazione dimostra quanto lo sport sia un terreno fertile per lo storytelling di marca. Lacoste non ha semplicemente celebrato un suo testimonial: ha saputo intrecciare il percorso di Djokovic con la propria identità, trasformando un acronimo sportivo in un simbolo tangibile.
Il risultato è duplice: rafforzare la relazione con i fan del campione e, al tempo stesso, riaffermare Lacoste come brand capace di interpretare i valori contemporanei senza dimenticare le proprie radici.
Una lezione di branding
Il passaggio dal coccodrillo alla capra è più di un’operazione estetica: è una lezione di branding. Significa capire quando rompere gli schemi, come farlo senza tradire l’heritage e, soprattutto, come trasformare un simbolo universale (GOAT) in un asset narrativo che porta valore al marchio.
In un mondo saturo di loghi e collezioni capsule, Lacoste ha dimostrato che la forza sta nel saper raccontare una storia: quella di un atleta leggendario che, come il brand stesso, continua a reinventarsi per restare sempre al vertice.
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