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Has great jeans
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2 minuti di lettura - Scritto da Raffaella Martino
sydney sweeney
american eagle
marketing virale
comunicazione



American Eagle e il Caso Sydney Sweeney: Quando un Gioco di Parole Diventa Comunicazione Politica
La strategia comunicativa dietro il gioco di parole: jeans o genes?
Il concept creativo
American Eagle lancia la campagna “Sydney Sweeney Has Great Jeans”, basata su un gioco di parole (“jeans” vs. “genes”) che gioca sull’ambiguità tra stile denim e attributi genetici. In un video Sweeney afferma: “Genes are passed down... My jeans are blue”Obiettivi di engagement
L’annuncio era pensato per spingere i tasti della curiosità e del discourse sociale, con l’intento dichiarato di “spingere i bottoni”. Difatti, la mossa ha colto nel segno: il titolo su AE è diventato virale, attirando immediata attenzione.L’effetto sul mercato
La campagna ha scatenato un’immediata impennata delle azioni American Eagle: +10–24 % dopo il lancio, tra le maggiori oscillazioni registrate dal 2000
La strategia comunicativa dietro il gioco di parole: jeans o genes?
Il concept creativo
American Eagle lancia la campagna “Sydney Sweeney Has Great Jeans”, basata su un gioco di parole (“jeans” vs. “genes”) che gioca sull’ambiguità tra stile denim e attributi genetici. In un video Sweeney afferma: “Genes are passed down... My jeans are blue”Obiettivi di engagement
L’annuncio era pensato per spingere i tasti della curiosità e del discourse sociale, con l’intento dichiarato di “spingere i bottoni”. Difatti, la mossa ha colto nel segno: il titolo su AE è diventato virale, attirando immediata attenzione.L’effetto sul mercato
La campagna ha scatenato un’immediata impennata delle azioni American Eagle: +10–24 % dopo il lancio, tra le maggiori oscillazioni registrate dal 2000
La strategia comunicativa dietro il gioco di parole: jeans o genes?
Il concept creativo
American Eagle lancia la campagna “Sydney Sweeney Has Great Jeans”, basata su un gioco di parole (“jeans” vs. “genes”) che gioca sull’ambiguità tra stile denim e attributi genetici. In un video Sweeney afferma: “Genes are passed down... My jeans are blue”Obiettivi di engagement
L’annuncio era pensato per spingere i tasti della curiosità e del discourse sociale, con l’intento dichiarato di “spingere i bottoni”. Difatti, la mossa ha colto nel segno: il titolo su AE è diventato virale, attirando immediata attenzione.L’effetto sul mercato
La campagna ha scatenato un’immediata impennata delle azioni American Eagle: +10–24 % dopo il lancio, tra le maggiori oscillazioni registrate dal 2000



Il contraccolpo mediatico e la risposta di American Eagle
Le polemiche non si sono fatte aspettare, ma entriamo nel dettaglio:
Origine della controversia
Alcuni commentatori hanno criticato il gioco di parole rimproverando echi di eugenetica e ideali estetici legati al suprematismo bianco. Accuse di “messaggio suprematista” si sono diffuse su social e media, amplificando il dibattito.Difesa e rilancio della narrativa
American Eagle ha ribadito tramite Instagram che “è e sempre è stata una questione di jeans. Her jeans. Her story. Great jeans look good on everyone”.Sostegno da parte di personaggi pubblici
Figure conservatrici come Donald Trump e JD Vance hanno difeso la campagna, criticando le reazioni come “cultura cancel”. Dr. Phil ha definito “ridicola” l’equivalenza con l’Olocausto, annunciando in diretta che avrebbe comprato i jeans per tutte le donne della sua famiglia per solidarietà. Anche Lizzo ha risposto creativamente in musica: “Bitch, I got good jeans like I’m Sydney”.
Conclusione: comunicazione come arma a doppio taglio
La campagna “great jeans” dimostra quanto la pubblicità, se ben orchestrata, possa generare visibilità e dinamiche virali. Ma mette anche in guardia sul fatto che il contesto socio-politico trasforma anche un semplice gioco di parole in un dibattito culturale.
E tu cosa ne pensi?
Le polemiche non si sono fatte aspettare, ma entriamo nel dettaglio:
Origine della controversia
Alcuni commentatori hanno criticato il gioco di parole rimproverando echi di eugenetica e ideali estetici legati al suprematismo bianco. Accuse di “messaggio suprematista” si sono diffuse su social e media, amplificando il dibattito.Difesa e rilancio della narrativa
American Eagle ha ribadito tramite Instagram che “è e sempre è stata una questione di jeans. Her jeans. Her story. Great jeans look good on everyone”.Sostegno da parte di personaggi pubblici
Figure conservatrici come Donald Trump e JD Vance hanno difeso la campagna, criticando le reazioni come “cultura cancel”. Dr. Phil ha definito “ridicola” l’equivalenza con l’Olocausto, annunciando in diretta che avrebbe comprato i jeans per tutte le donne della sua famiglia per solidarietà. Anche Lizzo ha risposto creativamente in musica: “Bitch, I got good jeans like I’m Sydney”.
Conclusione: comunicazione come arma a doppio taglio
La campagna “great jeans” dimostra quanto la pubblicità, se ben orchestrata, possa generare visibilità e dinamiche virali. Ma mette anche in guardia sul fatto che il contesto socio-politico trasforma anche un semplice gioco di parole in un dibattito culturale.
E tu cosa ne pensi?
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Origine della controversia
Alcuni commentatori hanno criticato il gioco di parole rimproverando echi di eugenetica e ideali estetici legati al suprematismo bianco. Accuse di “messaggio suprematista” si sono diffuse su social e media, amplificando il dibattito.Difesa e rilancio della narrativa
American Eagle ha ribadito tramite Instagram che “è e sempre è stata una questione di jeans. Her jeans. Her story. Great jeans look good on everyone”.Sostegno da parte di personaggi pubblici
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