Neuromarketing per le PMI: come l’eye tracking migliora strategie e conversioni

Neuromarketing per le PMI: come l’eye tracking migliora strategie e conversioni

2 minuti di lettura - Scritto da Adriano Santarsia

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Come l’eye tracking migliora strategie e conversioni

Il neuromarketing non è più una disciplina riservata alle grandi multinazionali. Oggi, grazie a strumenti sempre più accessibili, anche le PMI possono sfruttare tecniche innovative come l’eye tracking, capace di svelare dove si concentra l’attenzione dei consumatori e come reagiscono di fronte a un prodotto, un sito web o una campagna pubblicitaria.

In questo articolo scopriremo come funziona e quali vantaggi può offrire alle piccole e medie imprese.

L’eye tracking è una tecnologia che analizza i movimenti oculari, rilevando con precisione quali aree visive attirano maggiormente l’attenzione e per quanto tempo. Si tratta di uno strumento potente nel campo del neuromarketing, perché consente di misurare il livello di interesse del consumatore in maniera oggettiva, andando oltre i sondaggi o le opinioni dichiarate.

Per una PMI, questo significa poter ottimizzare elementi chiave della propria comunicazione con investimenti mirati, ad esempio:

  • Packaging: capire se il logo, il colore o l’elemento grafico distintivo viene notato subito sugli scaffali.

  • Siti web ed e-commerce: verificare se l’utente vede immediatamente il pulsante “Acquista” o se si perde in elementi secondari.

  • Punti vendita fisici: studiare il percorso visivo dei clienti per migliorare la disposizione dei prodotti.

  • Pubblicità: capire quali parti di una locandina, banner o post social catturano lo sguardo per prime.

Per le aziende, questo font non è solo un trend, ma un’opportunità concreta per inserire un elemento di novità nei propri contenuti digitali. In un feed saturo di immagini e testi, un dettaglio come un font personalizzato può diventare il vero gancio che fa fermare lo scroll.


Il neuromarketing non è più una disciplina riservata alle grandi multinazionali. Oggi, grazie a strumenti sempre più accessibili, anche le PMI possono sfruttare tecniche innovative come l’eye tracking, capace di svelare dove si concentra l’attenzione dei consumatori e come reagiscono di fronte a un prodotto, un sito web o una campagna pubblicitaria.

In questo articolo scopriremo come funziona e quali vantaggi può offrire alle piccole e medie imprese.

L’eye tracking è una tecnologia che analizza i movimenti oculari, rilevando con precisione quali aree visive attirano maggiormente l’attenzione e per quanto tempo. Si tratta di uno strumento potente nel campo del neuromarketing, perché consente di misurare il livello di interesse del consumatore in maniera oggettiva, andando oltre i sondaggi o le opinioni dichiarate.

Per una PMI, questo significa poter ottimizzare elementi chiave della propria comunicazione con investimenti mirati, ad esempio:

  • Packaging: capire se il logo, il colore o l’elemento grafico distintivo viene notato subito sugli scaffali.

  • Siti web ed e-commerce: verificare se l’utente vede immediatamente il pulsante “Acquista” o se si perde in elementi secondari.

  • Punti vendita fisici: studiare il percorso visivo dei clienti per migliorare la disposizione dei prodotti.

  • Pubblicità: capire quali parti di una locandina, banner o post social catturano lo sguardo per prime.

Per le aziende, questo font non è solo un trend, ma un’opportunità concreta per inserire un elemento di novità nei propri contenuti digitali. In un feed saturo di immagini e testi, un dettaglio come un font personalizzato può diventare il vero gancio che fa fermare lo scroll.


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In questo articolo scopriremo come funziona e quali vantaggi può offrire alle piccole e medie imprese.

L’eye tracking è una tecnologia che analizza i movimenti oculari, rilevando con precisione quali aree visive attirano maggiormente l’attenzione e per quanto tempo. Si tratta di uno strumento potente nel campo del neuromarketing, perché consente di misurare il livello di interesse del consumatore in maniera oggettiva, andando oltre i sondaggi o le opinioni dichiarate.

Per una PMI, questo significa poter ottimizzare elementi chiave della propria comunicazione con investimenti mirati, ad esempio:

  • Packaging: capire se il logo, il colore o l’elemento grafico distintivo viene notato subito sugli scaffali.

  • Siti web ed e-commerce: verificare se l’utente vede immediatamente il pulsante “Acquista” o se si perde in elementi secondari.

  • Punti vendita fisici: studiare il percorso visivo dei clienti per migliorare la disposizione dei prodotti.

  • Pubblicità: capire quali parti di una locandina, banner o post social catturano lo sguardo per prime.

Per le aziende, questo font non è solo un trend, ma un’opportunità concreta per inserire un elemento di novità nei propri contenuti digitali. In un feed saturo di immagini e testi, un dettaglio come un font personalizzato può diventare il vero gancio che fa fermare lo scroll.


Esempi reali di eye tracking nel neuromarketing

Alcuni casi concreti mostrano quanto l’eye tracking possa fare la differenza:

  • IKEA ha utilizzato studi di eye tracking per ottimizzare i percorsi nei propri store e la disposizione dei prodotti. Questo ha portato a un incremento delle vendite degli articoli posizionati in aree ad alta attenzione visiva.

  • Pepsi ha testato nuove etichette per capire se il consumatore riconosceva subito il brand sugli scaffali affollati. L’eye tracking ha evidenziato che il logo non era abbastanza centrale: una modifica semplice ma decisiva ha aumentato la riconoscibilità del prodotto.

  • E-commerce di moda: alcune PMI del settore hanno scoperto che gli utenti non guardavano i pulsanti di call to action nelle prime schermate. Dopo averli resi più evidenti, i tassi di conversione sono cresciuti fino al +30%.

Questi esempi mostrano come le informazioni ottenute con il neuromarketing siano azioni concrete e misurabili: dati visivi che diventano strategie pratiche, capaci di portare risultati immediati anche per realtà di dimensioni ridotte.

In conclusione, il neuromarketing con l’eye tracking è uno strumento prezioso per le PMI che vogliono distinguersi, migliorare l’esperienza dei clienti e trasformare piccoli dettagli visivi in grandi opportunità di crescita.

Alcuni casi concreti mostrano quanto l’eye tracking possa fare la differenza:

  • IKEA ha utilizzato studi di eye tracking per ottimizzare i percorsi nei propri store e la disposizione dei prodotti. Questo ha portato a un incremento delle vendite degli articoli posizionati in aree ad alta attenzione visiva.

  • Pepsi ha testato nuove etichette per capire se il consumatore riconosceva subito il brand sugli scaffali affollati. L’eye tracking ha evidenziato che il logo non era abbastanza centrale: una modifica semplice ma decisiva ha aumentato la riconoscibilità del prodotto.

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In conclusione, il neuromarketing con l’eye tracking è uno strumento prezioso per le PMI che vogliono distinguersi, migliorare l’esperienza dei clienti e trasformare piccoli dettagli visivi in grandi opportunità di crescita.

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