Quando il brand si nasconde (ma parla comunque): la comunicazione visiva senza logo

coniglio

Il design invisibile che ti fa riconoscere… anche se non ti presenti

Hai presente quei brand che riesci a riconoscere subito, anche se non mostrano il logo, né il nome, né niente di esplicito?

Magari è il colore. O il modo in cui scattano una foto. O quel tono visivo che li rende immediatamente “loro".

Ecco: questa è la comunicazione post-brand.

È una tendenza che nel 2025 si fa sempre più evidente. Alcuni dei marchi più forti e riconoscibili scelgono di non esporsi troppo. Di non sbatterti in faccia il loro logo, ma di lasciarti riconoscere grazie allo stile, alla coerenza visiva, all’atmosfera che riescono a creare.

E il bello è che funziona.

Ma quindi… il logo non serve più?

Non è che il logo sparisce per sempre. Ma in certi contesti – soprattutto nei social, nella pubblicità, nei contenuti digitali – il logo passa in secondo piano.

Al suo posto entra in scena un linguaggio visivo fatto di piccoli segni, palette colori, font, layout, fotografie, micro-animazioni…

Tutti elementi che, messi insieme, raccontano chi sei anche senza dire il tuo nome.

È un po’ come se il brand dicesse: “Non ho bisogno di presentarmi. Mi riconosci lo stesso.”

Perché sta succedendo proprio ora?

1. Perché siamo saturi di loghi.

Ovunque guardiamo, c’è un brand che ci vuole parlare. Troppi, troppo spesso. Quando qualcosa non mostra il logo, improvvisamente attira l’attenzione. È più elegante, più sottile, più “vero”.

2. Perché il pubblico è cambiato.

Le persone sono diventate molto più sensibili al linguaggio visivo. Riconoscono uno stile anche inconsciamente. Soprattutto le generazioni più giovani (Gen Z e Alpha), che vivono immersi nelle immagini.

3. Perché alcuni brand sono così forti da poterselo permettere.

Non tutti possono fare a meno del logo. Ma chi ha costruito un’identità visiva solida, coerente e distintiva, può anche “sparire” per un attimo. E continuare a essere riconosciuto.

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Qualche esempio concreto? Ce ne sono parecchi.

SUPREME

Un caso interessante, perché Supreme è ovunque… anche quando non c’è.

Il loro stile visivo – street, crudo, a volte amatoriale – è così preciso che basta vedere una foto fatta “alla Supreme” per riconoscerli.

Anche i contenuti dei fan che rimuovono il logo funzionano perché il linguaggio visivo è il brand.

APPLE

Spesso nei loro spot non lo vedi fino alla fine – se lo vedi. Ma ti bastano un’inquadratura pulita, un device che fluttua nello spazio, una voce calma e un’estetica iper-minimale per capire subito che sei nel loro mondo.

GLOSSIER

Il marchio beauty che ha rivoluzionato il modo di comunicare la cura della pelle.

Non usano quasi mai il logo nelle campagne social. Eppure, li riconosci subito: quel rosa cipria, quel font sottile e serif, quella luce naturale un po’ sognante nelle foto.

Basta quello per dire “Glossier”.

A24

Questa casa di produzione indie è diventata un culto.

Nei loro trailer o poster spesso non c’è neanche il titolo in evidenza. Ma c’è uno stile forte: immagini disturbanti, colori stranianti, titoli tagliati, design asimmetrici. 

E tu sai: “Questo è un film A24”.

Quindi il brand si dissolve?

No, tutt’altro. Il brand non sparisce: si trasforma.

Diventa meno legato al logo e più legato a un sistema di segni. Una grammatica visiva.

Potremmo chiamarlo “branding silenzioso”, oppure comunicazione visiva liquida.

Non è un caso che si parli sempre più spesso di "brand liquido": un'identità che non si lega a un solo simbolo, ma che vive di coerenza, stile e sensazioni.

E per chi progetta comunicazione?

Per noi designer, creativi, art director e comunicatori visivi, questo è uno spunto enorme.

Ci spinge a chiederci:

  • Come faccio a far parlare un brand… senza il logo?

  • Posso costruire un'identità visiva così forte da essere riconoscibile al primo sguardo?

  • Come posso usare colore, tipografia, composizione e tono per raccontare qualcosa in modo unico?


È una sfida interessante. Perché ci ricorda che il design non è solo decorazione o logo in alto a sinistra. Il design è racconto, stile, atmosfera. È far sentire qualcosa anche quando non si dice nulla.

In conclusione

Oggi più che mai, il design può essere silenzioso ma potentissimo. Non c’è bisogno di urlare per farsi riconoscere. Anzi, a volte sussurrare funziona meglio.

Se un brand riesce a farsi notare anche quando non si firma… beh, ha davvero vinto.

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