Nextatlas e Future Food Institute indagano gli ‘exhausted eater’ e come la fatica di scegliere sta rimodellando il food & beverage
La società contemporanea ci offre possibilità infinite, soprattutto nel settore food & beverage: scaffali pieni, menù che sembrano enciclopedie, delivery che promettono di soddisfare ogni desiderio in pochi click. Ma questa abbondanza ha un rovescio della medaglia: la fatica di scegliere. È da qui che nasce il concetto di exhausted eater, su cui hanno indagato Nextatlas e Future Food Institute.
Chi sono gli exhausted eater?
Sono consumatori stanchi di un’offerta troppo ampia, sommersi da scelte infinite e spesso incapaci di decidere. Questa stanchezza non riguarda solo cosa mangiare, ma anche come e dove: sostenibile o conveniente? Healthy o indulgente? Locale o internazionale? L’overload di possibilità rischia di trasformare un piacere quotidiano in un compito stressante.
Perché questo fenomeno è importante per i brand
Per le aziende del settore, capire gli exhausted eater significa leggere un trend cruciale:
Semplificazione: i consumatori premiano brand che riducono le opzioni, guidano la scelta e trasmettono chiarezza.
Personalizzazione: proposte su misura, che anticipano i bisogni, alleviano lo stress della decisione.
Trasparenza: meno storytelling invadente, più chiarezza sugli ingredienti, valori nutrizionali e provenienza.
Come cambia il food & beverage
Il settore si sta rimodellando attorno a questa esigenza di semplificazione. Dai menù corti e curati dei ristoranti, alle app di delivery con filtri smart, fino al packaging chiaro e “easy to read”: tutto punta a ridurre lo sforzo cognitivo. In parallelo cresce il successo di format che offrono esperienze immediate, intuitive e rassicuranti, come meal kit pre-dosati o prodotti ready-to-drink.
Una sfida creativa e strategica
Per i brand, la vera sfida sarà trovare un equilibrio tra riduzione e innovazione: come sorprendere senza confondere, come innovare senza saturare. Nextatlas e Future Food Institute ci ricordano che la stanchezza non è un ostacolo, ma un’opportunità per creare nuovi modelli di consumo più leggeri, sostenibili e umani.
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