2025

Watermarking AI: come l’intelligenza artificiale può frenare fake news e deepfake

coniglio

Watermarking AI: la firma digitale invisibile che può salvare la verità

Nell’era dell’intelligenza artificiale generativa, dove immagini, video e voci possono essere ricreati con una precisione impressionante, la linea tra realtà e finzione si è fatta sempre più sottile. Ma all’orizzonte arriva una nuova alleata: la tecnologia del watermarking AI, una sorta di “firma digitale invisibile” capace di indicare se un contenuto è stato creato o modificato da un algoritmo.

Cos’è il watermarking AI e come funziona

Il watermarking AI consiste nell’inserire un segnale digitale — impercettibile all’occhio umano — all’interno di un’immagine, un video o un audio generato da intelligenza artificiale.
Questo segnale funziona come un marcatore genetico digitale, riconoscibile da appositi software che possono identificarne l’origine e certificare la provenienza del contenuto.

Google, OpenAI e Adobe stanno già sperimentando sistemi di watermarking nativo nei loro generatori (come DALL·E, Firefly e Veo), con l’obiettivo di creare un ecosistema digitale più trasparente, dove sia chiaro cosa è reale e cosa no.

Perché serve una “firma” nell’era dei deepfake

I deepfake — video manipolati in cui volti e voci vengono sostituiti da versioni artificiali — stanno diventando sempre più sofisticati e difficili da riconoscere.
La loro diffusione può causare danni enormi: falsi politici, truffe online, o campagne di disinformazione.

Il watermarking AI nasce per contrastare proprio questo rischio, offrendo una garanzia di autenticità e fornendo alle piattaforme social, ai media e agli utenti un modo per verificare la provenienza dei contenuti prima che si diffondano.

I limiti (e le sfide) del watermarking AI

Nonostante il potenziale, la tecnologia non è infallibile.
Un watermark può essere rimosso o alterato, e non tutti i generatori AI lo implementano in modo standardizzato. La vera sfida sarà quindi creare un protocollo universale di watermarking, adottato da tutti i player del settore e riconosciuto a livello legislativo.

Solo così potremo costruire un web dove l’autenticità diventa un valore misurabile, e la fiducia un diritto digitale.

La verità ha bisogno di un marchio

In un mondo in cui ogni pixel può essere manipolato, l’autenticità diventa un bene prezioso.
Il watermarking AI non è solo una soluzione tecnica, ma una nuova forma di etica digitale: una promessa di trasparenza in un mare di contenuti generati.

E forse, presto, basterà un semplice scanner AI per rispondere alla domanda più difficile dell’era digitale: “È reale?”

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