Come progettare interfacce di prompt intelligenti: il futuro della UX nei prodotti AI

Progettare interfacce che pensano: come il design dei prompt può migliorare la UX nei prodotti AI

L’intelligenza artificiale è ovunque. Ma nonostante la sua diffusione, la maggior parte delle persone si trova ancora davanti alla stessa scena ogni volta che apre un prodotto AI: una casella di testo vuota e un invito generico, “Chiedi qualsiasi cosa.”

Il risultato?
Prompt confusi, risposte poco pertinenti e utenti frustrati.
Il problema non è (solo) l’AI. È l’interfaccia.

Un prompt non è una semplice riga di testo: è il link tra essere umano e intelligenza artificiale.
E progettare questa collaborazione richiede una nuova disciplina del design: quella delle prompt-building interfaces.


Dall’input al dialogo: cosa sono le “prompt-building interfaces”

Una prompt-building interface non si limita a ricevere comandi.
La sua missione è aiutare l’utente a pensare meglio, guidandolo nella formulazione dell’intento e nel controllo del risultato.

Ecco alcuni principi fondamentali:

1. Guidare l’intenzione

L’interfaccia deve aiutare l’utente a capire cosa può ottenere.
Può farlo con esempi, suggerimenti dinamici o categorie di obiettivi (testo, immagine, codice, ricerca).
L’obiettivo non è limitare, ma strutturare la libertà.

2. Rendere visibile la competenza del sistema

Molti utenti non sanno quanto l’AI possa fare.
Elementi di microcopy, onboarding progressivi mostrano le possibilità senza sovraccaricare l’esperienza.

3. Favorire la co-creazione

Un buon design AI non risponde soltanto: collabora.
Interfacce come Figma Make mostrano come il prompt diventi un dialogo iterativo tra utente e sistema.

4. Strutturare l’ambiguità

Le richieste complesse possono essere scomposte in blocchi modulari (tono, formato, obiettivo, output).
È un modo per tradurre la complessità del linguaggio naturale in una logica che l’AI può elaborare efficacemente.

Esempi di design “intelligente”

  • ChatGPT Custom Instructions
    Permette di definire come l’AI deve comportarsi e cosa sapere di te, rendendo l’esperienza più coerente e personalizzata.

  • Midjourney
    Usano slider, preset visivi e parole chiave per trasformare concetti astratti (“realistico”, “cinematico”, “surreale”) in parametri chiari.

In tutti questi casi, il design non si limita all’estetica: diventa mediazione cognitiva tra utente e intelligenza artificiale.


Perché questo tema riguarda ogni designer (e ogni brand)

Ogni nuovo prodotto AI è, di fatto, una conversazione in corso.
E la qualità di questa conversazione dipende dal modo in cui progettiamo l’input, il contesto e il feedback.

Per i designer, questo significa passare: da interfacce per cliccare a interfacce per pensare.

Per i brand, significa costruire strumenti che educano e potenziano, anziché disorientare.
Un’interfaccia AI ben progettata non ti fa chiedere “cosa devo scrivere?”, ma ti fa dire “so esattamente cosa voglio ottenere.” Il futuro dell’AI è conversazione, è comunicazione fatta bene.

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